Parrocchia di S. Bartolomeo di Gerola Alta
IL RIORDINO DELL’ARCHIVIO PARROCCHIALE DI GEROLA ALTA - "PROGETTO SACELLO VOTIVO"
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LE ORIGINI

Il 24 aprile 1796. il vescovo di Corno mons. Carlo Rovelli consacrava la chiesa parrocchiale di Gerola dedicata a S. Bartolomeo Apostolo. L'edificio che ammiriamo ancora oggi è sicuramente almeno il terzo in ordine di tempo. Una precedente chiesa, infatti, era stata consacrata nel 1504 e dal documento redatto in quella circostanza sappiamo che esisteva già un edificio sacro dedicato allo stesso patrono. Se ci incamminiamo in un viaggio a ritroso nel tempo, arriviamo inevitabilmente a immergerci negli affascinanti interrogativi che riguardano le origini del paese e della parrocchia, sui quali è necessario soffermarsi brevemente.

A Gerola è molto viva una tradizione orale che è stata raccolta dal parroco Pier Antonio Acquistapace nella sua STORIA del 1829.

"Quando precisamente sia incominciata ad abitare non si sa, certo fin prima dell'anno 1307 eranví gente, e Sacerdote. Si dice che siano introdotti in occasione delle miniere delferro, che tuttora si trovano in Trona, e già anche in Pesciegallo e dei forni di cui veggonsi in più luoghi le vestigia, come alle rasiche di Chigamocio (dove c'è l'attuale centrale idroelettrica) dove anche sul finire del 1600 era in voga... Inoltre delle parentele, che sono qui, e state, nulla nè per la valle del Bitto, e in Valtellina si trovano, però credonsí oriunde da lontano, come da Valsasina, dal Lago di Corno ecc. Anzi in Valsasina si portavano anche i morti, e colà per esempio si veggono tanti Acquistapace; quegli di tal cognome, che sono a Morbegno, a Delebio ecc. vennero da qui partiti. Ora si dice Girola o Gerola e come rilevasi e dal comune dialetto, e da un antico monumento (documento) del 1400, anche Giarola. Dicono alcuni che prima si chiamasse Santa Maria dell'Acqua Viva, e dopo de essere stata ingerata dal fiume Bitto, che le trascorre in mezzo, l'abbiano chiamata Giarola da giara, gera, o ghiaia. Io per me non ho però mai trovato niun monumento (documento) di ciò" (1).

Anche noi oggi dobbiamo constatare che nessun documento ha confermato o smentito le antiche tradizioni o ha fatto luce sul mistero delle origini, per cui dobbiamo muoverci solo nel campo delle ipotesi. Ci sono però alcune semplici considerazioni storiche che appaiono verosimili e possono offrirci valide indicazioni sui primi abitanti.

Certamente fin dai tempi più lontani i pascoli alti sono stati frequentati da pastori di entrambi i versanti delle Orobie. La presenza di minerali ferrosi, inoltre, proprio per la superiorità tecnologica e l'importanza negli scambi che il ferro comportava, ci induce a pensare che l'esplorazione delle montagne alla ricerca delle "vene" da sfruttare sia avvenuta in modo attento ed abbia interessato anche il territorio di Gerola fin dai tempi più antichi. Non va dimenticato, infine, che gli studi sulla preistoria nella nostra provincia hanno ancora vasti campi di indagine; non è escluso che un'esplorazione attenta del territorio anche nell'alta valle del Bitto possa un giorno riservare interessanti sorprese.

Un primo significativo reperto è già stato trovato nel 1987, come era stato segnalato sul giornalino della parrocchia (2). Mentre compiva alcuni lavori di sistemazione del terreno nelle adiacenze della sua casa, Ettore Acquistapace ha trovato due grosse pietre che portano segni evidenti di incisioni fatte dall'uomo. Una, in particolare, presenta una serie di nove coppelle, le caratteristiche piccole buche semicircolari, della profondità di alcuni centimetri. Sulla natura e sullo scopo di queste incisioni non c'è accordo fra gli studiosi, perché alcuni attribuiscono loro

(1) PIER ANTONIO ACQUISTAPACE, STORIA ... P. 3.

(2) Cfr. CAMPANE E VOCI, 1988, n. 2.



Testi tratti da:
"GEROLA la sua gente, le sue chiese" di Cirillo Ruffoni
Editore: Morales S.r.l. - Via Spreafico 10 - 20052 Monza (MI)