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Parrocchia
di S. Giacomo di Rasura |
Cenni di storia
La Valle del Bitto entra nel corso delle vicende storiche con la dominazione romana, essendo via di transito per gli eserciti destinali alla conquista del Nord, senza pero essere una zona d'insediamento abitativo. Durante il XIII° secolo, Rasura apparteneva alla Pieve di Olonio nel terziere inferiore della Valtellina, essendo questa divisa amministrativamenle in tre regioni fiscali, terziere, facenti capo ad una Pieve, direttamente controllala da Como. Nel 1368 l'abitato di Rasura, fino allora strettamente collegato con Cosio, ottenne la facoltà di staccarsi da questo divenendo una vicecura e nel 1376 fu stipulala una convenzione per cui, unita a Sacco, si rese indipendente. Il 14 luglio del 1377 la comunità di Rasura inoltra una richiesta a Galeazzo Visconti, in cui si chiede, la separazione dal terziere inferiore, in quanto la situazione di Olonio si stava aggravando al punto di dover trasferire la Pieve a Sorico. Riuscì così ad ottenere la propria indipendenza comunale, guadagnandosi la facoltà di partecipare con i suoi rappresentanti alle riunioni zonali in Morbegno. Il paese fu coinvolto, intorno al 1400 negli avvenimenti collegati al sopravvento del partito guelfo su quello ghibellíno, il borgo fu così impegnato in una lunga rivalità con gli abitanti della confinante Val Varrone, essendo Rasura, con Morbegno, di parte ghibellina, al contrario degli altri centri del terziere, fu a causa delle ingenti spese sostenute che con un rogito notarile del 18 giugno del 1408 dovette vendere alcune alpi per far fronte alle passività. A questo fatto fa seguilo un periodo non molto fiorente per il paese, dal 14 78 al 1480 la peste causa un notevole numero di morti e porta scompiglio negli ab itanti scampati, al punto di spostare il centro abitato lasciando il vecchi,,) nucleo adibito a lazzaretto. Fa fede a quest'ipotesi il fatto che nel vecchio centro, ora chiamato Foppa, via tutt'ora visibile un affresco che reca la data di dedicazione del 1426. Nel 1498 sconvolge il territorio una tremenda alluvione che arreca danni gravissimi a tutta la valle del Bitto, a seguito dei disboscamenti incontrollati compiuti per far fronte alla crisi creata dalla peste. L'attività del paese, dopo questi avvenimenti è in fermento si vuole una parrocchia ed un'identità propria, per questo si da inizio alla costruz ione di una nuova chiesa che termina nel 1636 ed il 03 luglio 1640, la chiesa dedicata a S. Giacomo, viene consacrata dal vescovo Carafino e, divenuta parrocchia indipendente è retta per la prima volta da Don Bartolomeo Maxenzio, nativo del luogo. La chiesa parrocchiale risente pertanto del gusto barocco, evidente soprattutto nella Santo cui è dedicata. Tra le opere facciata, dal portale sormontato da un'immagine del d'indubbio valore artistico, oltre che storico, conservate all'interno, ricordiamo una tela di grandi dimensioni raffigurante il martirio di S. Giacomo probabilmente di fattura veneta molto vicina al Tiepolo e la sua scuola, del secolo XVIII° Un segno evidente della fede dei suoi abitanti e del gusto artistico maturato nel tempo, sono i numerosi affreschi murali che caratterizzano le facciale di alcune abitazioni, in Via Centrale un affresco del 1861 rappresenta l'Immacolata e Santi in Via Roma, datato 1916 una Madonna con il Bambino, in Contrada Costa Madonna con il Bambino e due devote del 1896 e in località Ronco un murale del 1861 raffigurante la Sacra Famiglia. A cominciare dal 1500 su tutto il territorio della Valtellina fu introdotto un sistema dì estimazione a scopo fiscale e tutti i terreni vennero elencati in Libri di Deposito. Gli abitanti di Rasura confermarono la proprietà dei terreni sotto giuramento, avendo particolare interesse per gli alpeggi in quanto l'iscrizione garantiva il sicuro diritto di proprietà dei vari appezzamenti, oltre a disciplinare il pagamento dei tributi. |