ex Parrocchia di S. Croce e S. Antonio di Pedesina
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Ora è il più piccolo comune della provincia, per numero di abitanti, ma nel Cinquecento, con le 60 famiglie segnalate dal Niguarda, era più popolato di Rasura (45 famiglie), cosicchè il Guler potè definirlo "grosso villaggio".

L'economia locale era basata innanzitutto sull'agricoltura e l'allevamento, favoriti da ampie distese pascolive (ancor oggi il territorio comunale è costituito per quasi due terzi da pascoli). Ma non va dimenticato il beneficio che apportavano i transiti lungo la valle (sempre il Guler fa specifica menzione di un sentiero cha da Pedesina "valica il monte, scendendo nella Valsassina"), non solo in termini economici, ma anche di apertura "culturale".

Gli abitanti della Valgerola sono definiti, dagli inizi del Seicento, "bellissima gente", "bellissimi di statura, dritti e buoni per le armi, et ancora huomini reali e da bene".

Nel 1883 il Rebuschini, sempre a proposito dell'intera Valgerola, parla di "scena ben diversa" rispetto ad altri ambienti meno evoluti della bassa Valtellina, "osservando una discreta proprietà ed un miglior modo di vestire". Inoltre, l'antica tradizione della tessitura della lana è continuata fino alle soglie del nostro secolo con la tessitura del lino e della canapa e con la confezione dei pezzotti, per cui Pedesina con Rasura si segnalavano in tutta la provincia.

L'origine del paese si fa risalire al Medioevo, nell'ambito del territorio della pieve di Olonio. Il suo nome compare spesso abbinato con Rasura, almeno per tutto il secolo XIV. Assieme, le due comunità separarono da Cosio, disponendo, fino agli inizi del Quattrocento, di un'unica chiesa, quella di S. Giacomo di Rasura.

Dal punto di vista civile le due comunità erano comunque ben distinte, ma non è possibile precisare quando avvenne la definitiva separazione in due comuni autonomi: in un documento del 1244 Pedesina è indicata in comune di Rasura; nel 1380 invia a Morbegno un suo rappresentate, oltre a quello di Rasura; nel 1388 non è indicata in un elenco dei comuni del Terziere.

Il calo demografico avviene nel nostro secolo, ma alla fine dell'Ottocento il comune contava circa lo stesso numero di abitanti (250) di tre secoli prima.